Il marketing digitale degli NFT

28 Gennaio 2022, di bake

 

Gli NFT riusciranno a rivoluzionare il futuro del marketing digitale?

Un acronimo di sole tre lettere si presenta come una grande novità nel futuro del marketing digitale. L’uso degli NFT è esploso negli ultimi 12 mesi e alcuni brand stanno pianificando il loro debutto in modo da assicurarsi una fetta di questo nuovo mercato.

Il loro atteggiamento ricorda molto il periodo della febbre dell’oro, in cui i lavoratori migravano alla ricerca della ricchezza. Solo che ora non si parla di oro, ma di proprietà digitali.

Gli NFT rappresenteranno una reale fonte di guadagno o finiranno nel dimenticatoio?

I Millennial o la Gen Z si lasceranno incantare dalla proprietà virtuale? 

Scopriamolo insieme nell’articolo.

 

rivoluzione digitale

 

Cosa sono gli NFT?

NFT significa “non-fungible token” e sono delle risorse digitali di univoca proprietà.

In altre parole, è possibile possedere la proprietà di un’immagine, di un video, di un file JPEG, una GIF o di un tweet e riceverne i guadagni in caso di vendita. Qualsiasi oggetto digitale può diventare un NFT e ogni NFT è un pezzo unico non replicabile o insostituibile.

Basato sulla tecnologia blockchain (es. Ethereum), ogni risorsa viene registrata in questa sorta di registro digitale, acquisendo una prova univoca di proprietà. Questo processo ne rende impossibile la falsificazione, in quanto tutte le transazioni che ruotano intorno alle proprietà digitali vengono tracciate. 

Gli NFT sono acquistabili su diversi marketplace, all’interno dei quali vengono messi all’asta ad un prezzo fisso stabilito. Ogni utente dispone di un proprio portafoglio digitale e la valuta cambia a seconda della piattaforma. Tra i marketplace più usati: Crypto.com, OpenSea, Nifty Gateway, Marketplace, Rarible e Supersea.

 

marketplace

 

NFT e il branding del marketing digitale.

Gli NFT possono considerarsi un metodo di connessione diretta tra brand e clienti, perché il concetto di “proprietà” aumenta il senso di appartenenza e di coinvolgimento del cliente stesso. Grazie a questo mercato digitale, l’offerta dei brand non si limita solo alla vendita di prodotti fisici o servizi, ma può spaziare sbloccando nuovi canali per generare valore.

Alcuni settori, dal gaming allo sport, si stanno adattando a questa nuova tecnologia, lanciandosi nella creazione di prodotti esclusivi e fuori dagli schemi.

Dalla piattaforma ai contenuti da creare, saranno molte le opportunità da monetizzare, per conquistare nuove nicchie di audience o comunicare qualsiasi tipo di messaggio.

Vogliamo citare alcuni esempi di branding digitale?

Nel 2022 la lega americana di basket NBC, ha creato una collezione digitale di clip dei migliori canestri. Questi video rappresentavano l’equivalente delle figurine, in quanto la piattaforma non solo permetteva l’acquisto, ma anche lo scambio e la vendita. Parlando di numeri, un video di LeBron James è stato venduto per ben 200 mila dollari. Taco Bell, catena di fast-food statunitense, ha venduto in trenta minuti 25 GIF denominate “NFTacoBells”, a circa mille dollari ciascuna. L’azienda ha usato i soldi per finanziare delle borse di studio, inserendo in questo nuovo contesto economico, la possibilità di fare beneficenza.

Anche il giocatore turco Mesut Ozil, che insieme a Boss Logic e Genies ha creato una linea di abbigliamento per avatar virtuali, annunciando che il ricavato della vendita sarà devoluto ad un’associazione no profit per i bambini che vivono in condizioni di povertà. 

Nel mondo della musica, i Kings of Leon sono stati i primi a distribuire un album come NFT, con tre differenti token che davano accesso ad asset esclusivi (dall’edizione speciale dell’album fino alla possibilità di avere posti in prima fila a vita ai loro concerti). 

Anche McDonald’s entra nel mondo degli NFT e lo fa trasformando in non fungible token il McRib, uno dei suoi panini. Attraverso un concorso a premi su twitter, 10 concorrenti hanno ricevuto il McRib NFT, ovvero un’immagine del celebre panino. McDonald’s stima che il valore attuale della NFT sia di 20 dollari, ma ci tiene a sottolineare che potrebbe salire nel tempo.

 

branding marketing digitale

 

NFT e l’impatto ambientale.

Un argomento che non ha lasciato indifferente i brand è quello dell’impatto ambientale degli NFT. Per produrre una criptovaluta è necessaria una gran quantità di energia, con un conseguente impatto sull’ambiente per i livelli di Co2 prodotti. Il consumo energetico di un NFT è così elevato, che Elon Musk ha negato la possibilità di acquistare la Tesla mediante bitcoin, come forma di denuncia.

Visto che al momento non ci sono soluzioni tangibili al problema, alcune aziende hanno fatto marcia indietro, annullando i lanci degli NFT. Scelta responsabile o strategia di branding? Associarsi a delle problematiche legate alla componente etica e sostenibile, non fanno sicuramente bene alla brand awareness.

 

 

evoluzione del marketing

 

 

NFT e Metaverso: il nuovo mercato immobiliare.

Comprereste pezzetti di mondi virtuali in cui trasferire le vostre “vite”?

A quanto pare in molti stanno seguendo questa nuova tendenza del Metaverso immobiliare. Questi spazi digitali vengono acquistati sotto forma di NFT e pagati in criptovalute.

Una volta acquistata, sulla proprietà è possibile eseguire determinate azioni, come in un monopoli digitale.

Se volessimo comprare una piccola proprietà digitale immobiliare, in che direzione dovremmo andare?

Decentraland, è un esempio di mondo virtuale in cui si acquistano lotti virtuali, attraverso una criptovaluta dal nome “mama”. Questo mondo è costituito da poco più di 90mila appezzamenti, suddivisi come una vera e propria città.

Ogni lotto acquistato ha delle proprie coordinate per essere identificato all’interno della mappa. Decentraland è una vera e propria città e c’è chi ha già costruito un centro commerciale. Il suo mercato immobiliare funziona come quello reale. Il valore dei terreni è dato dalla posizione nella mappa e come nella vita reale, un terreno in periferia costa meno di uno in centro. Un lotto può essere affittato o rivenduto, è possibile costruire o destinare l’area a dei servizi.

“È come comprare un terreno a Manhattan 250 anni fa, quando New York iniziava a essere costruita” (Andrew Kiguel).

 

consumo energetico NFT

 

NTF: le origini

Concluderemo quest’articolo condividendo il passato primitivo degli NFT. Vi ricordate i criptogatti? Nel gioco online CryoptoKitties (cryptokitties.co), era possibile acquistare, allevare e poi scambiare/vendere dei gattini. Acquistati tramite blockchain, ogni animale era di proprietà dell’acquirente e non era permesso neppure agli sviluppatori del gioco replicarli in alcun modo. Il loro valore, variabile a seconda del mercato, ha raggiunto cifre pari a 170mila dollari. In poche parole, un Tamagotchi in criptovalute.

Infine, oltre ai gattini, ricordiamo CryptoPunk, un insieme di avatar creati dalla studio Larva labs. Creati sulla base di pixel generati casualmente, ogni avatar è diventato un vero e proprio oggetto da collezione. Il valore? Milioni di dollari

 

blockchain

 

In conclusione, possiamo dire che sugli NFT è stato detto molto, alcuni ancora non ne conoscono neppure la definizione, mentre altri stanno o hanno già fatto il loro investimento.

Con il tempo riusciremo a capire se potranno fare la differenza o se rimarranno un ricordo nei memoriali dei giornali. State pur certi che vi aggiorneremo.

 

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