Come interagiscono “creativi” e “analisti” nel corso di un progetto di comunicazione? La creatività è un processo innato per generare nuove idee, è un tipo di pensiero “out-of-box”. Un’azione o una re-azione al mondo. Essa ha bisogno, però, del supporto necessario di una parte di analisi che la orienti e che le dia senso compiuto. Nel mondo di oggi, dati e intelligenza artificiale possono supportare e potenziare sia la ricerca che la creatività.
Dati vs creatività
Spesso le figure creative all’interno di un team tendono a lavorare isolate rispetto a chi lavora con dati e analisi numeriche (e viceversa), non riuscendo sempre a comunicare efficacemente e scambiarsi informazioni utili, spesso decisive in un progetto.
Accade però che, una volta creati questi collegamenti, attraverso la condivisione di processi, obiettivi e linguaggi, possiamo apprezzare risultati significativi, a vantaggio dell’output creativo e, quindi, del successo ottenuto con il cliente. Il dialogo tra parte destra e sinistra del “cervello pubblicitario” sono indispensabili per arrivare all’essenza di un progetto.
I dati sono “bussole”
Una stretta collaborazione tra la parte di “intelligence” e i team creativi non è certo priva di sfide e scontri. Molto più comodo rimanere nelle proprie “comfort zone”, ma con il tempo è possibile imparare a far funzionare le nostre differenze, e crearne valore aggiunto. Una strategia più informata e una creatività ottimizzata porta a risultati migliori.
Da un’intuizione ad una grande storia
Per mettere a fuoco questa dinamica, è utile la definizione dei dati forniscono Cyril Louis (Executive Creative Director) e Eugene Chung (Executive Strategy Director).
1. I dati possono essere super-umani, ma non umani.
2. I dati aiutano a definire le domande, non la soluzione.
3. I dati sono la conseguenza di qualcosa. Le idee sono l’inizio di qualcosa.
4. Il passo cruciale arriva nella capacità umana di trasformare un’intuizione in una grande storia.
5. Dati e creatività sono due facce della stessa medaglia.