Alessandro Vercellotti è un giovane avvocato con l’anima da marketer, che coltiva da quando gli viene regalato il primo libro di marketing, a 16 anni. Da allora, si è mosso in un terreno di interscambio tra norme e mondo digitale, per offrire soluzioni e tutela nella rete.
Come si integrano le due “anime” della tua attività (avvocato e marketer)? Ci sono momenti in cui entrano in conflitto?
In realtà no, perché le due anime si completano. Da un lato, è necessario rimanere molto aderenti al dettato normativo perché un avvocato non può permettersi errori. Redigere un documento non significa solo realizzare un prodotto performante ma, soprattutto, a norma di legge e quindi pienamente tutelante per il proprio cliente. Dall’altro, l’anima da marketer mi permette di poter parlare una lingua comune con il mio cliente. Per ogni tipo di attività nell’ambito del Digitale so già dove possono annodarsi le criticità e dove porre maggiore attenzione per tutelare il cliente al meglio. Questo mi aiuta nel produrre lavori di qualità e sartoriali per il mio cliente e aiuta lui a trovare qualcuno che lo capisca davvero e possa rispondere a tutte le sue esigenze in modo chiaro e comprensibile.
GDPR: in molti la considerano una normativa che rallenta la propria azione di marketing. Ci vuoi spiegare perché non è così?
Il Gdpr è una normativa che è stata emanata più di due anni fa e a dire il vero in tanti non ci hanno prestato attenzione fino al 25 maggio. Se è vero che il Gdpr può essere visto come un problema, un intralcio per tante attività di marketing, è anche vero che anche prima del Gdpr esisteva una normativa in tema di trattamento dati che imponeva vari obblighi non troppo dissimili da quelli del Regolamento Europeo. Quindi a ben vedere non è che il web prima fosse un far west senza regole, solo che in molti non ci facevano troppo caso. Inoltre qualsiasi norma, anche se poco amata, può diventare un’opportunità. Basti pensare ad attività marketing come contest, sconti o promozioni, realizzate al fine di ottenere mail degli utenti a norma di Gdpr e quindi per “ripulire” il proprio data base dai contatti non compliance.
Essere un avvocato del digitale significa anche doversi misurare con una regolamentazione che si crea “in progress”. Ti è mai capitato di dover gestire qualcosa che non era ancora a “prova di legge”?
Certo, a volte succede. Ciò è capitato ad esempio con il Gdpr quando ancora il nostro Codice Privacy non era adeguato alla normativa europea. A volte capita anche che le sentenze giurisprudenziali cambino l’orientamento circa l’interpretazione di una normativa, come è successo per l’elezione del Foro di competenza per le questioni legate ai contratti tra professionisti. In ogni caso è fondamentale essere smart e reattivi. Non si può sapere in anticipo cosa avverrà ma quello che determina la qualità del servizio è proprio la capacità di adattamento veloce alle evoluzioni normative. In questo l’anima da marketer mi aiuta, in quanto, chiunque lavori nel digitale, sa che da un giorno all’altro può essere modificato l’algoritmo di Facebook o Google e perciò tutte le regole del gioco possono cambiare.
Organizzare un contest online. Quali sono gli errori più comuni che può commettere chi organizza un contest in rete?
I contest on-line sono un tema a me caro, non a caso insieme alla mia collega Brunella Martino, ho scritto anche un libro sul tema che sarà pubblicato a gennaio. Il problema della maggior parte dei contest risiede nel fatto che vengono fatti con molta leggerezza. Spesso i clienti mi dicono che stanno regalando dei prodotti e quindi perché mai dovrebbero spendere altri soldi per fare delle attività. In realtà qualsiasi concorso on-line necessità di un regolamento preciso e dettagliato, di una cauzione pari al valore del montepremi, dell’informativa privacy, dei vari documenti richiesti dal Ministero e del verbale di chiusura del concorso redatto dal Notaio. È poi necessario ricordare che anche i concorsi esclusi dalla normativa, come nel caso di premi di minimo valore o premi di riconoscimento al merito, necessitano comunque di un regolamento a norma di legge.
Quali sono i principali rischi legali che un utente privato può correre in rete? Ci suggeriresti un vademecum sul buon comportamento?
I rischi per un privato posso essere molteplici. Vorrei soffermarmi sul fatto che il Web non deve essere concepito come un luogo senza regole. Chi andrebbe mai ad insultare un altro individuo di persona con tanta leggerezza? Allora perché spesso in rete si lasciano commenti offensivi per non dire altro? Pensiamo poi a chi scrive sulle pagine aziendali di grandi Brand perché ad esempio non è contento di un prodotto o di un servizio. La critica è sempre lecita ma bisogna stare attenti a non cadere nella diffamazione. Tante volte la rabbia ci spinge a scrivere di getto ma quello che viene fatto on-line rimane per sempre, anche se si cancella il post o il commento. Mi sembra poi superfluo ricordare che pubblicare foto di altre persone senza la loro autorizzazione può creare seri problemi legali. Quindi nel momento in cui stiamo per compiere un’azione in rete, fermiamoci e pensiamo un attimo in più.
Alessandro Vercellotti è un giovane avvocato con l’anima da Marketer. Laureatosi in Giurisprudenza, ha seguito numerosi corsi di Digital Strategy e Web Marketing, specializzandosi nella regolamentazione della rete. Si occupa in particolare di Diritto del digitale, E-commerce, Privacy, Copywriting, gestione legale della Brand Reputation. Si definisce un avvocato che non ama il classico lavoro da Tribunale, ma preferisce tutelare e consigliare i suoi clienti accompagnandoli nella loro professione.