Guerrilla Marketing: nuovi orizzonti digitali

14 Marzo 2024, di bake

Tra le strategie di marketing, il Guerrilla Marketing  è forse la più affascinante. Fuori dagli schemi, esuberante e inaspettato, questo tipo di Unconventional Marketing punta a stupire irrompendo negli spazi urbani

Se nel recente passato era la fisicità delle strade a essere invasa, oggi si aprono nuove possibilità grazie alle ultime tecnologie. Scopriamo quanto e come è cambiato il Guerrilla Marketing nel passaggio dall’analogico al digitale.

Guerrilla Marketing analogico

Sviluppatosi negli anni Ottanta, il Guerrilla Marketing nasce per rimanere impresso nella mente dei consumatori. Giocando tra le strade e gli edifici delle città alcuni brand sono riusciti a creare delle campagne pubblicitarie indimenticabili.

1. Il rinoceronte del WWF

La prima che vogliamo ricordare è una campagna di sensibilizzazione: realizzata dal WWF nel 2014, ha avuto come sede una piazza di Milano. Qui è stato messo in scena un “omicidio”: un finto rinoceronte, senza corno, giace a terra coperto da un telo bianco; volontari del WWF travestiti da agenti del RIS si affaccendano intorno al corpo, circondandolo con un nastro giallo su cui spicca la scritta #CHIÈSTATO. Il tutto ha naturalmente attirato l’attenzione dei passanti, provocando stupore e orrore per una scena così atipica in un luogo urbano. Proprio grazie a questa atipicità WWF è riuscito a sensibilizzare un ampio pubblico sul tema del bracconaggio, diffusosi anche sui social attraverso il passaparola e l’uso dell’hashtag.

rinoceronte WWF

2. Il distributore “gentile” di Coca-Cola

Modalità e scopi diversi ha avuto l’installazione di Coca-Cola del 2010: distributori di bibite Coca-Cola sono stati collocati in alcuni collage sparsi nel mondo. Questi distributori avevano però in serbo una sorpresa: al posto di una sola bibita, un paio di mani spuntavano dall’interno del distributore per elargire un numero spropositato di bottiglie di Coca-Cola, fiori, palloncini, pizze e panini giganti. La campagna, intitolata appunto Happiness Machine, veicolava il messaggio di una “distribuzione” di felicità in modo divertente e sorprendente. Soprattutto in modo efficiente: chi potrà mai dimenticarsi di aver ricevuto dei regali così inaspettati?

3. Una pausa alla KitKat

KitKat ha giocato sul concetto fondamentale della sua brand identity: la pausa. Realizzata nel 2016 nelle Filippine – e in seguito in altri paesi – la trovata geniale di questo brand è stata quella di collocare sparse per le città ben 500 panchine dalla forma di gigantesche barrette di cioccolato KitKat. Se passeggiamo tra le strade infatti qual è la prima cosa cerchiamo nel caso volessimo fermarci a fare una pausa? La panchina rappresenta perfettamente quel break che KitKat ha trasformato nel cuore pulsante della sua identità. E inoltre, chi non ha sognato almeno una volta di avere una scorta di cioccolato di tali dimensioni?

KitKat panchina

Guerrilla Marketing digitale

Se in passato il Guerrilla Marketing era realizzato attraverso installazioni di vario tipo o iniziative originali, oggi gli strumenti digitali permettono di ampliare gli orizzonti: la città non è più invasa “realmente” ma virtualmente grazie alla CGI. Ci sono alcuni brand che non si sono fatti sfuggire questa occasione e hanno dato il meglio di sé. 

Vediamo insieme gli esempi più interessanti.

1. Maybelline: ciglia incredibilmente lunghe

L’azienda di cosmetici Maybelline New York ha realizzato quest’estate una campagna per pubblicizzare il nuovo mascara Sky High, caratterizzato dall’applicatore “Flex Tower” che garantisce ciglia incredibilmente lunghe. Per l’occasione, agli autobus e ai treni metropolitani di Londra sono spuntate le ciglia. E mentre percorrono i loro tragitti, passano sotto i pettini giganti del mascara di Maybelline che rendono perfette queste gigantesche ciglia “urbane”.   

L’autore è Ian Padgham, artista surrealista del 3D. È a lui che sempre più brand si stanno rivolgendo per realizzare un marketing digitale in grado di divenire virale. Sebbene le installazioni siano interamente grafiche, sembrano talmente reali da colpire l’immaginario di tantissime persone. Il video di Maybelline è infatti rimbalzato sui social e ha raggiunto un amplissimo pubblico – dunque un largo numero di potenziali acquirenti.

2. Traffico chic con le borse di Jacquemus

Jacquemus ha invece deciso di invadere le strade di Parigi rendendo il loro traffico decisamente più alla moda. Nel video realizzato sempre da Ian Padgham, versioni giganti della borsa Le Bambino – ironicamente una mini-bag qui a grandezza d’uomo – girano per le strade in colori sgargianti. Sull’asfalto, il nome della borsa e la firma del marchio rivelano il lato pubblicitario di questo video che su Tik Tok ha raggiunto quasi 7 milioni di visualizzazioni. Per il brand questa non è né la prima né l’ultima volta in cui gioca con la CGI: cogliendone la potenzialità, Jacquemus sta realizzando sempre più campagne marketing visualmente e virtualmente grandiose, che stupiscono e attirano il grande pubblico.

 3. Netflix e il discreto reminder per Sex Education

Per ricordare ai propri utenti – e non solo – l’uscita della nuova stagione di Sex Education, Netflix ha calato sull’obelisco di Buenos Aires un gigantesco condom rosa. Realizzato con la computer grafica 3D, la campagna si rifà al 2005, quando lo stesso obelisco è stato avvolto da un preservativo dal rosa più acceso per sensibilizzare sulla Giornata mondiale della lotta all’Aids. Se l’idea non è dunque originale, è comunque sempre in grado di colpire una corda sensibile del grande pubblico. Con questo video infatti Netflix non solo sponsorizza la propria serie, ma ricorda l’importanza di un’educazione sessuale diffusa, soprattutto per il bene dei più giovani. A loro infatti il video è arrivato per primi, poiché Netflix lo ha diffuso principalmente su TikTok.

sex education campagna

 

Dunque nonostante stia passando al virtuale, il Guerrilla Marketing mantiene le sue caratteristiche di imprevedibilità e straordinarietà. Anzi, potremmo dire che le amplia: liberandosi dei limiti fisici imposti dal reale, i brand possono dare libero sfogo alla fantasia e realizzare campagne pubblicitarie al confine col sogno, che prima potevano essere soltanto immaginate.

 

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