Tempo d’estate, vacanze, e di otium, come preferivano i latini. Un tempo particolarmente prezioso per guardare altrove e nutrirsi di stimoli. Adatto a letture che possano essere allo stesso tempo rilassanti e utili, creando connessioni tra diversi saperi. Per queste vacanze vogliamo consigliarvi cinque titoli molto diversi tra loro, non libri tecnici nè libri accademici, ma che hanno in comune la caratteristica di contenere tanti altri libri al loro interno, tanti diversi saperi che possono innescare la voglia di approfondimento, e che con la comunicazione si legano spesso a filo doppio.
IL FIUME DELLA COSCIENZA
di Oliver Sacks
Rimasto sulla scrivania di Sacks fino a due settimane prima che il neurologo morisse, in questo libro sono i nomi delle tre grandi guide di Sacks, Darwin, Freud e William James, a condurre la ricerca. Autori con cui Sacks ha dialogato nel corso della sua vita e con ognuno dei quali aveva particolari legami: «Come Darwin, Sacks era un acuto osservatore e traeva un gran piacere nel raccogliere esempi, molti dei quali provenienti dalla sua fitta corrispondenza con pazienti e colleghi. Come Freud, si sentiva spinto a comprendere il comportamento umano nelle sue manifestazioni più enigmatiche. E come James […] Sacks rimane sempre concentrato sulla specificità dell’esperienza».
Questa raccolta di scritti offre la sintesi di tutte le sue tensioni conoscitive e degli interessi contenuti nell’ampio ventaglio di discipline che si intersecano con la neurologia: botanica e anatomia animale, chimica e storia della scienza, filosofia e psicologia – senza dimenticare la passione letteraria.
SUL GUARDARE
di John Berger
L’opera di John Berger descrive il vincolo indissolubile tra visione e linguaggio: dal guardare si propaga l’enigma del senso, si innesca il racconto come tentativo di fissare la propria esistenza nel tempo, che può assumere la forma di romanzo o critica d’arte, poesia o intervento politico. «Il vedere viene prima delle parole. Il bambino guarda e riconosce prima di essere in grado di parlare». Attraversando alcuni grandi riferimenti del passato (Walter Benjamin e Susan Sontag, tra gli altri) John Berger mette in luce come la fotografia abbia trasformato la memoria in spettacolo; analizzando la “Tempesta di neve” di Turner, si trova avvolto dalla violenza della natura come in un maelstrom; osservando una foto di Cartier-Bresson che ritrae Giacometti mentre cammina sotto la pioggia, riconosce la stessa solitudine che anima tutte le sue sculture. Un testo organico in cui ogni immagine è un evento inatteso e perturbante, ogni incontro con l’opera d’arte un’esperienza reale o, per usare le parole di John Berger, un «momento vissuto» che diviene scrittura.
DA COSA NASCE COSA
di Bruno Munari
Artista creativo, progettista, designer a tutto campo, Munari ha lasciato una traccia profonda nella cultura italiana. Pubblicato nel 1980, ma in realtà frutto della raccolta di tante considerazioni che il designer faceva da anni, “Da cosa nasce cosa” è un piccolo capolavoro di chiarezza, di sintesi, e di efficacia, ed è allo stesso tempo un libro piacevole da leggersi e professionalmente utile, che introduce al design tanto il professionista quanto una qualsiasi persona curiosa.
BAUHAUS
di Magdalena Droste
Erede delle avanguardie anteguerra, la Bauhaus fu una scuola, ma rappresentò anche il punto di riferimento fondamentale per tutti i movimenti d’innovazione nel campo del design e dell’architettura legati al razionalismo e al funzionalismo. In appena 14 anni (dal 1914 al 1933, quando fu costretto a sciogliersi a causa della presa del potere da parte del partito nazista) Bauhaus è diventato sinonimo stesso di radicale modernizzazione. Con ideali utopici per il futuro, la scuola ha sviluppato una fusione pionieristica di arte, artigianato e tecnologia da applicare attraverso la pittura, la scultura, il design, l’architettura, il cinema, la fotografia, il tessile, la ceramica, il teatro e l’installazione.
Un libro che celebra l’avventurosa innovazione del movimento Bauhaus, sia come pioniere nello sviluppo del modernismo, sia come paradigma dell’educazione artistica, dove una libertà onnicomprensiva di espressione creativa e idee all’avanguardia ha portato a creazioni funzionali e belle.
SEI PEZZI FACILI
di Richard Feynman
“Sei pezzi facili” è la raccolta di alcune lezioni di fisica che Richard Feynman, Premio Nobel per la fisica nel 1965, tenne presso il Caltech (California Institute of Technology) nel biennio 1961 – 1962, rivolte agli studenti del primo e secondo anno di corso, riviste e limate in vista della pubblicazione.
“Le cose di cui ci occupiamo nella scienza si mostrano in una miriade di forme, e con una moltitudine di attributi. Per esempio, se stiamo sulla spiaggia e guardiamo il mare, vediamo l’acqua, le onde che si infrangono, la schiuma, il movimento agitato dell’acqua, il suono, l’aria, il vento e le nuvole, il sole e il cielo azzurro, la luce; c’è la sabbia, pietre di varia durezza e stabilità, colore e consistenza. Ci sono animali e alghe, fame e malattia, e l’osservatore della spiaggia; ci possono essere persino felicità e pensiero. Qualsiasi altro luogo in natura ha una simile varietà di cose e di influenze. È sempre così complicato, in qualsiasi luogo. La curiosità pretende che ci poniamo delle domande, che cerchiamo di mettere le cose insieme e di capire questa moltitudine di aspetti come il risultato, forse, dell’azione di un numero relativamente piccolo di cose e forze elementari che agiscono in un’infinità varietà di combinazioni.
Per esempio: la sabbia è diversa dalle pietre? Cioè, non è forse la sabbia nient’altro che un gran numero di pietre piccolissime? La Luna non sarà magari una pietra enorme? Se capissimo le pietre, capiremmo anche la sabbia e la Luna? Il vento è un’agitazione dell’aria analoga all’agitazione dell’acqua del mare? Quali caratteristiche hanno in comune questi moti diversi? Quanti colori diversi esistono?”
[Cover ph. © Unsplash by Freddie marriage]