Il mondo ha bisogno di persone. L’importanza delle soft skills

15 Novembre 2018, di bake journal

Partiamo da un dato che forse vi farà sgranare gli occhi, il 75% del successo di un lavoro a lungo termine dipende dal possesso delle soft skills e solo il 25% da competenze tecniche (Standford Research Institute International).

Che cosa sono le soft skills?
Alcuni le chiamano competenze trasversali e definiscono tutte quelle caratteristiche personali, i tratti del carattere, le abilità comunicative che prima di qualificarci come lavoratori, ci definiscono come esseri umani.
Oggi, per essere assunti, non basta avere un curriculum vitae che elenchi le nostre esperienze e competenze, perché tutti possono apprendere e accrescere le proprie hard skills con il tempo, ma essere soft è un dato di natura, o quasi.

Questa presa di coscienza da parte delle aziende è un dato importante, è il segno di una realtà che sta cambiando e forse, proprio in vista delle nuove sfide dell’Industry 4.0 e della crescente digitalizzazione del reale, le soft skills figurano come un antidoto vincente. Infatti, le imprese che sono riuscite a gestire la trasformazione dei sistemi produttivi tradizionali sono quelle che hanno creato nuovi modelli di business partendo dalle soft skills del proprio capitale umano.

Sembra strano, ma è di questo che si tratta. Imaginate di dover partecipare attivamente ad un brain storming con persone diverse da voi, magari di culture diverse, di età diverse, il risultato migliore deriverà dallo spirito di apertura, dalla tolleranza, la comprensione, dalla creatività, dal pensiero critico, dalle qualità personali che ogni componente del gruppo metterà al centro del tavolo, perché senza spirito di condivisione, le hard skills di ciascuno resterebbero chiuse in una torre d’avorio.

Il World Economic Forum ha individuato le dieci soft skills che serviranno all’Industria 4.0 nel 2020 e sono: il problem solving, il pensiero critico, la creatività, la gestione delle persone, il lavorare in gruppo, l’intelligenza emotiva, il prendere decisioni, l’orientamento al servizio, la negoziazione e la flessibilità.
È evidente che le cose stiano cambiando, che la necessità di fondere hard e soft skills è fondamentale per adeguarsi ai nuovi modelli produttivi, ma se da una parte questo può destabilizzare perché nelle nuove organizzazioni le persone sembrano scomparire dietro la robotizzazione dei sistemi, visto da un’altra ottica, questo cambiamento riporta la centralità dell’umano davanti alla sola forza lavoro.

Mi ricordo una frase in una vecchia lettera che diceva “Pensa come sarebbe bello se il mondo fosse invaso dai meli, anziché dai mali, un esercito rosa scosso dal vento di primavera” e allora, se fosse che il mondo stia migrando verso una forma più umana, e quindi, più nostra.

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